CANE E GATTO IN OSPEDALE

(Aggiornato gennaio 2015)

Nel 2011, una signora ricoverata in una clinica di Varese per gravi patologie che ne richiedevano una lunga permanenza nella struttura, chiede di poter ricevere una visita dal suo, “amatissimo”, cane.
La visita viene negata adducendo come scusa il regolamento interno della clinica. La signora si rivolge allora al Tribunale che invece le da ragione: «
Il sentimento per gli animali, secondo il giudice,

costituisce un valore e un interesse a copertura costituzionale». Il contraddire un regolamento ospedaliero, che non ammette l’ingresso di animali per ovvi motivi igienico-sanitari, viene motivato con l’evoluzione dei costumi, con il cambiamento della coscienza sociale e con il rispetto dovuto a tutte le creature viventi. Siamo di fronte ad un nuovo modo di vedere e di vivere con i nostri amici animali che sono, a tutti gli effetti, dei membri della famiglia. Questo ha, in pratica, mutato anche le nostre necessità per la salute e il benessere: in molte circostanze sentiamo, profondamente, l’esigenza di poter mantenere un contatto anche con loro in quanto figure care della nostra vita; ciò avviene anche in caso di malattia quando cause da noi indipendenti ci costringono a starne lontano.
Questa sentenza ha aperto un lungo dibattito che ha visto le regioni Emilia Romagna e Toscana intraprendere un importante cammino legislativo in questa direzione.
Nel corso del 2013 la Regione Emilia-Romagna prepara il via libera a “cani e gatti in ospedale” e nel dicembre 2013 arriva il primo SI alla nuova normativa che viene approvata all’unanimità da parte della Commissione Politiche per la salute e Politiche sociali.
Le nuove regole riguardano per ora solo cani e gatti e saranno valide sia nelle strutture pubbliche che nelle private. Una volta approvata definitivamente, la normativa dovrà essere rispettata da tutte le strutture ospedaliere regionali che dovranno dotarsi di uno specifico regolamento interno da applicarsi ogni qual volta sarà richiesto l’accesso di un animale d’affezione. Alcune aree rimarranno comunque interdette agli animali; non si potranno ricevere cani e gatti nei reparti di terapia intensiva, chirurgia e traumatologia d’urgenza, nei reparti o nelle stanze di isolamento, nei centri trapianto e grandi ustionati, nei centri dialisi, in ostetricia e nursery e in altre zone particolarmente delicate degli ospedali.
Per l’accesso degli animali, il paziente o i suoi familiari dovranno fare richiesta scritta alla direzione sanitaria della struttura ospedaliera.
Anche la regione Toscana sta facendo un cammino legislativo analogo; ci sono quindi buone possibilità che in un prossimo futuro questa possibilità divenga reale sull’intero territorio nazionale ed anche nella nostra provincia.
Può capitare a tutti di finire in ospedale: dal problema banale che, però, richiede un controllo più approfondito o un piccolo intervento, a quello più  complesso che richiede una lunga degenza. Ci si ritrova allora lì,
isolati dai propri affetti e dalla vita di sempre con in più l’aggravante di non essere in vacanza e di non averlo scelto. E’ una situazione sempre poco piacevole che, in qualche caso, può diventare un vero limite alle cure.
Vi sono figure particolarmente esposte a questo disagio; gli anziani che vivono soli e che hanno come unica compagnia il loro amato quattro zampe, oppure i bambini molto piccoli e/o problematici ai quali è difficile spiegare perché il loro compagno di giochi non può andarli a trovare come fanno mamma e papà.
La tristezza per la separazione affettiva forzata può insomma aggiungersi al problema che ha portato in ospedale andando ad incidere profondamente sullo stato psicologico del malato, e quindi in grado di influenzare anche l’accettazione  della malattia e delle cure con un allungamento dei tempi di guarigione.
Il vantaggio non è quindi solo del malato; accorciare i tempi di degenza riduce le spese sanitarie con un tornaconto immediato anche per la struttura sanitaria stessa, migliorandone gli indici di qualità oggettiva e, soprattutto, il grado di soddisfazione percepito dai pazienti e dai loro familiari.
E’ evidente che,
compatibilmente con il rispetto delle norme igienico-sanitarie, le strutture sanitarie dovranno affrontare degli adeguamenti strutturali o di arredo necessari per un proficuo e sicuro accoglimento degli animali. Nulla comunque che non possa essere risolto con facilità; i proprietari affezionati e responsabili provvedono con serietà ai controlli sanitari dei propri animali ed alla loro educazione alla vita sociale. La maggior parte dei nostri piccoli amici sono, dal punto di vista igienico sanitario, “più sicuri” delle scarpe che indossiamo noi stessi . Non sarà comunque un problema rispettare eventuali prescrizioni in termini di controlli sanitari se questo si tradurrà nella gioia di poterli tenere in braccio ed accarezzarli anche solo per qualche minuto.

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