Viene chiamata radiografia (RX), o esame radiologico, lo studio di un segmento scheletrico (mano, polso, gomito, ecc.) o di un distretto (torace, addome) attraverso l’utilizzo di radiazioni ionizzanti particolari chiamate raggi X. Il distretto anatomico da esaminare viene posto fra la sorgente dei raggi e una cassetta radiografica che contiene un sistema fotosensibile (analogamente ad un sistema fotografico) su cui viene fermata l’immagine del segmento o distretto studiato. Più la struttura che i raggi devono attraversare è densa, meno raggi arriveranno alla cassetta radiografica: per questo motivo avremo un colore nero o grigio molto scuro nelle zone in cui è presente aria (zone radiotrasparenti come per esempio i polmoni) e colore bianco o grigio molto chiaro dove sono i tessuti più densi (zone radiopache come per esempio le ossa).
Per queste caratteristiche l’esame radiografico era nato principalmente per documentare alterazioni a carico delle ossa (fratture, processi degenerativi, processi infiammatori). Con il tempo e soprattutto con l’avvento della radiologia digitale l’uso si è progressivamente esteso ed ora l’esame radiografico viene utilizzato per documentare moltissime patologie anche a carico dei tessuti molli.
La preparazione del paziente veterinario all’esame radiografico differisce per alcuni aspetti rispetto al paziente umano; spesso è infatti necessario sottoporre l’animale a sedazione o ad anestesia per poterlo posizionare in modo adeguato e per avere il paziente immobile. Anche animali molto tranquilli possono essere difficili da trattare per il dolore (ad esempio nelle fratture) o per la necessità di mettere l’animale in posizioni particolari e scomode. Per questi motivi è indicato il digiuno preventivo ed un check- up volto a valutare il rischio anestesiologico.
Essendo la radiografia, in ultima analisi, una fotografia, l’immobilità del paziente è un elemento importantissimo per avere delle immagini chiare e leggibili; anche un leggero tremore o una respirazione affannosa possono infatti diminuire di molto la qualità dell’esame.
Un volta ottenute delle buone immagini la radiografia deve essere interpretata, ovvero deve essere dato un preciso significato a tutte le sfumature dal bianco al nero presenti nell’immagine. Questo è il motivo per cui, in presenza di patologie complesse, l’esame radiografico viene spesso definito “esame operatore dipendente” a sottolineare che esperienza e formazione specialistica del medico e del veterinario sono elementi determinanti per avere un referto esaustivo e affidabile.
In medicina veterinaria si sente spesso parlare anche di radiografie ufficiali o non ufficiali. Il termine “ufficiale” viene utilizzato per contraddistinguere gli esami radiografici eseguiti su animali di razza secondo delle procedure standardizzate. Queste RX vengono utilizzate per documentare eventuali anomalie dello scheletro su base ereditaria ed hanno lo scopo di orientare la riproduzione con selezione di individui sani ed esenti dalla patologia studiata. Una volta eseguite, le radiografie ufficiali vengono inviate ad una centrale di lettura dove un team di esperti emetterà un giudizio collegiale che verrà poi annotato sul pedigree dell’animale.
Per finire la risposta ad alcuni quesiti che spesso mi vengono rivolti.
Dopo la radiografia l’animale è radioattivo?
La risposta è no. In radiologia non esistono sorgenti radioattive (come in medicina nucleare) e dopo l’esame l’animale può entrare in contatto senza problemi con tutti i componenti della famiglia bambini compresi.
I raggi possono inattivare il microchip o dare problemi se colpiscono il microchip?
Anche qui la risposta è no. Il microchip non contiene batterie e non emette onde radio ed è completamente sicuro anche se l’animale viene sottoposto ad esami radiografici.
I raggi x possono provocare tumori?
Si. I raggi x, come tutte le radiazioni ionizzanti, se somministrati in dose molto elevata possono provocare tumori come spesso ci viene documentato in casi di incidenti nucleari. Le quantità di radiazioni associate all’esecuzione di esami strumentali come le radiografie e la Tac sono ovviamente in dosi molto più limitate rispetto a quelle provocate dagli incidenti nucleari, ma sono comunque associate a un piccolissimo rischio di sviluppare un tumore. Per questo motivo, è importante sottolineare che, al pari di tutti gli esami, anche questi vengono effettuati dai medici veterinari solo quando sono realmente necessari e utili per le decisioni terapeutiche: in queste situazioni, i vantaggi dell’esecuzione di una Tac o di una radiografia sono molto maggiori rispetto al piccolissimo rischio cancerogeno associato alle radiazioni.
Autore: dr. Giovanni Bucci