ESAME COPROLOGICO P2

Nell’articolo precedente abbiamo visto come l’esame coprologico sia un esame importante che spesso viene dimenticato, ritenendolo un esame di poco conto o necessario solo per evidenziare i parassiti intestinali (“vermi”).
Come avviene per tutti gli esami di laboratorio

, anche per l’esame coprologico è importante che il campione venga raccolto e conservato in modo adeguato; solo così avremo infatti un esito attendibile. Per un buon campione fecale sono necessari:
Guanti in lattice (acquistabili in qualsiasi supermercato o in farmacia/parafarmacia), un contenitore di vetro o plastica che possa essere sigillato e 1 cucchiaio di plastica usa e getta. Non è necessario che guanti e contenitore siano sterili come avviene per altri esami. Se il campione è acquoso o se l’animale ha poca pazienza conviene essere in due; in questo modo una persona si occupa del cane e l’altra in tutta calma e attenzione, della raccolta del campione. La quantità di feci necessaria corrisponde circa a 2 cucchiai ma, considerando il costo del campione, abbondare non sarà un problema!
Per un’analisi valida, le feci vanno presentate al veterinario entro 24 ore, meglio se entro 12 ore e se ciò non fosse possibile, il campione deve essere conservato in luogo fresco fino alla consegna specificando poi per quanto tempo il campione è stato conservato. Attenzione: il campione non deve essere congelato e quindi nelle nostre zone, nella stagione fredda, non devono essere raccolte feci che sono rimaste per qualche ora all’aperto in cortile e le stesse non devono essere conservate all’esterno anche se il davanzale della finestra sembra preferibile al frigorifero.
Per il gatto e il coniglio il campione può essere raccolto direttamente dalla cassettina con la paletta; eventuali residui di lettiera non costituiscono un problema.
Nelle famiglie dove sono presenti più animali può essere difficile sapere con certezza a chi attribuire le feci. Se non ci sono problemi di tempo il metodo migliore e quello di osservare gli animali fino alla raccolta di tutti i campioni. In questo modo sarà possibile avere anche altre informazioni che riguardano la clinica e che possono essere molto utili per la diagnosi. Ad esempio i soggetti con problemi prostatici defecano con più difficoltà, simulando una stitichezza cronica, ma le feci sono spesso un po’ appiattite e ricoperte di muco.
Quando molti cuccioli vivono insieme ed è presente diarrea, può essere difficile determinare quale cucciolo o quanti cuccioli hanno il problema. L’approccio più semplice, ma che richiede più tempo è quello di guardare i cuccioli fino a quando ognuno ha defecato, raccogliendo ed etichettando progressivamente i campioni. Se questo non è possibile, un approccio alternativo è quello di somministrare ad ogni cucciolo un bocconcino con all’interno un piccolo pezzo di un pastello a cera non tossico. Ovviamente si utilizza un colore diverso per ogni cucciolo e occorre annotare su un foglio quale colore corrisponde ad ogni cucciolo. Quando il colore del pastello viene passato nella diarrea, si identifica il cucciolo problematico. E ‘importante notare che anche se solo un cucciolo presenta diarrea, il veterinario può raccomandare il trattamento farmacologico di tutti i cuccioli; ciò avviene sopratutto se sono in causa dei parassiti intestinali che i cuccioli possono acquisire alla nascita o tramite il latte materno.
Con questo articolo si conclude la rubrica dedicata agli esami di laboratorio. Per chi fosse interessato, i vecchi articoli sono reperibili sul sito www.ambulatorioveterinariobucci.com alla sezione “da leggere”. L’articolo di dicembre sarà dedicato ai problemi legati alle festività e poi prenderà il via la nuova rubrica dedicata ai sintomi di malattia (semeiotica).
Autore: Dr. Giovanni Bucci

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