La trombiculosi è una parassitosi autunnale che può colpire la pelle di cani e gatti e, più raramente anche i conigli tenuti all’aperto e l’uomo
. Nelle nostre valli è relativamente frequente nelle zone di confine fra i prati/pascoli e il bosco e colpisce più spesso i cani da caccia, i cacciatori e i fungaioli. Nei vari paesi del trentino viene spesso indicata con nomi diversi: ragnetto rosso dei cacciatori, eritema autunnale, selvaggiume, gratirola e fuoco selvatico.
La trombiculosi è causata da un acaro della famiglia delle trombiculidae: la Trombicula autumnalis. Il parassita adulto vive sulle piante e gli animali e l’uomo si contagiano camminando fra l’erba e i cespugli.
Il ciclo vitale della trombicula autumnalis inizia con la deposizione delle uova nel terreno durante il periodo estivo. Dopo circa 10 giorni le uova si schiudono dando vita a larve molto piccole (0.1 mm) di colore rosso arancio con 6 zampe.
Sono queste larve le responsabili della parassitosi in quanto, pur nutrendosi sui vegetali, hanno necessità di un pasto di proteine animali per completare il ciclo vitale.
La trombicula adulta non si nutre di sangue e solo la forma larvale può attaccare l’uomo e gli animali. Le larve di trombicula non scavano cunicoli nella cute come l’acaro della scabbia ma, semplicemente, si attaccano alla cute alla base dei folicoli piliferi. Lì si nutrono per un periodo di 2-10 giorni, di una poltiglia formata dalla loro saliva e dai detriti cellulari della cute. Terminato il pasto si distaccano e ritornano sul suolo, dove completano il ciclo vitale in pochi giorni. La trombicula autumnalis preferisce un ambiente caldo e umido e a seconda delle condizioni climatiche, in un anno possono compiersi da 1 a 5 cicli completi. In inverno il parassita è inattivo.
Gli animali colpiti mostrano innanzitutto un prurito intenso che inizia in genere al rientro da una passeggiata. Sono più colpiti gli animali non trattati regolarmente con adeguati antiparassitari. Le zone più colpite sono il muso e la testa, le zampe e a volte la base della coda. Ad una attenta ispezione delle zone pruriginose si nota un colore anomale della pelle che, a seconda del numero di parassiti può apparire ricoperta da piccoli puntini rossi fino ad assumere un colore rosso-arancio diffuso molto simile a quello della ruggine.
Il prurito raggiunge il suo massimo, negli animali al primo contatto con il parassita, dopo 2-3 giorni dall’infestazione. Nei contatti successivi in alcuni animali può svilupparsi una reazione allergica alla saliva dell’acaro con prurito intenso immediato, gonfiore del muso e degli occhi; più raramente respiro difficoltoso ingravescente fino alla morte per anafilassi.
La distribuzione della trombicula sul territorio è a macchia di leopardo. Diversamente dalle zecche che aspettano pazientemente il proprio ospite, le trombicule corrono quasi costantemente e si muovono verso ogni nuovo oggetto che viene introdotto nel loro ambiente. Per verificare se vi siano trombicule nel prato di casa si può porre, verticalmente sul terreno un cartoncino bianco: se ve ne sono, esse si muoveranno rapidamente sul cartoncino accumulandosi sul bordo superiore dove potranno essere osservate con una lente di ingrandimento, come piccoli puntini giallastri in movimento.
La terapia comprende l’uso ragionato di adeguati antiparassitari, sia per rimuovere i parassiti presenti, sia per evitare possibili reinfestazioni. E’ buona regola associare una terapia sintomatica sistemica. A differenza di zecche e pulci le Trombicule non trasmettono altre malattie ne sono veicolo di parassiti.
Autore: dr. Giovanni Bucci