Cani e gatti in terza età

Le aspettative di vita dei nostri cani e gatti sono molto migliorate negli ultimi 15 anni. Ad oggi, nei paesi occidentali, la durata di vita media è di 12-14 anni per il cane e di 12-15 anni per il gatto.

Vi sono però importanti variazioni legate alla razza e al tipo di vita: ad esempio i cani di razza piccola e i gatti siamesi sono in genere più longevi dei cani di grossa taglia o del gatto comune, così come gli animali sterilizzati in giovane età vivono in genere più a lungo di quelli non operati od operati in età adulta.
Un primo punto importante da sottolineare è che l’invecchiamento non è una malattia ma una fase di maggiore “fragilità”. E’ una fase in cui gli equilibri generali che regolano l’organismo vanno incontro ad “usura” e l’invecchiamento rappresenta quindi un fattore di rischio importante per lo sviluppo di malattie quali l’artrosi, le malattie del cavo orale, le malattie cardiache, l’insufficienza renale, ecc.
Nella medicina degli animali anziani, così come avviene per le persone, assume un ruolo fondamentale la prevenzione e la diagnosi precoce delle malattie. Per fare questo è di estrema importanza una stretta collaborazione fra veterinario e proprietario.
Il proprietario, attraverso una attenta osservazione deve essere in grado di segnalare con tempestività tutti i piccoli cambiamenti che insorgono con il passare del tempo così che il veterinario curante, sulla base della storia clinica dell’animale possa provvedere ad effettuare gli esami clinici e laboratoristici di volta in volta più indicati.
Alcune malattie, soprattutto quelle riguardanti l’apparato endocrino (Ipotiroidismo, Morbo di Cushing, ecc.), presentano segni clinici non specifici e ad insorgenza lenta e graduale ed è per questo motivo che nulla deve essere sottovalutato.
Non meno importante è tenere presente che ogni singolo animale può essere predisposto allo sviluppo di una malattia piuttosto che un’altra. La storia clinica di ogni animale è un punto chiave per la prevenzione dei problemi legati all’anzianità e proprio per questo è importante che fin dalla giovane età venga tenuto un diario clinico dell’animale cui fare riferimento.
Nella routine giornaliera i cambiamenti progressivi che sono più spesso collegati all’insorgere di una patologia, sono: cambio nel consumo di acqua e alimento (patologie endocrine, renali, diabete, ecc.), l’insorgenza di difficoltà nel movimento o di facile affaticabilità (problemi cardiaci, artrosi, cecità, ecc.), cambio di abitudini (sordità, cecità, demenza senile, ecc.), presenza di lesioni cutanee o masse (piaghe da decubito, tumori, ecc.), aumentata frequenza di episodi di rigurgito, vomito o diarrea, (problemi renali, epatici, ecc.).
Molto spesso i proprietari hanno il timore che lavorare sulla prevenzione equivalga a somministrare continuamente dei farmaci. Ciò non corrisponde al vero in quanto un buon programma che abbia come obiettivo la tutela della salute dell’animale anziano ed il mantenimento di una buona qualità di vita, prevede innanzitutto: una alimentazione adeguata in grado di compensare i cambiamenti che avvengono progressivamente a livello metabolico, il controllo del peso associato ad un adeguato esercizio fisico (per mantenere l’autosufficienza il più a lungo possibile), il controllo delle patologie del cavo orale, le vaccinazioni e il controllo dei parassiti esterni e interni (sistema immunitario meno efficiente) , il trattamento puntuale del dolore quando presente. La diagnosi precoce di alcune patologie è un passo fondamentale, ne è un esempio l’insufficienza renale cronica in cui la gestione attraverso la sola corretta alimentazione permetterà un notevole allungamento della vita dell’animale.
Un buona idea? Che ne direste di regalare per natale al vostro piccolo amico un semplice check up di base?

Autore: Dr. Giovanni Bucci

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